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Politica martedì 19 luglio 2016 ore 14:24

Unire i distretti sanitari, Bernardini dice no

Dopo l'incontro tra i sindaci di Casentino e Valtiberina e l'assessore regionale alla sanità Saccardi arriva la presa di posizione del sindaco



BIBBIENA — “Rimango dell’avviso che accorpare due distretti socio-sanitari così distanti e diversi come Casentino e Valtiberina non sia una cosa giusta, adeguata alle esigenze delle due vallate ed efficace. L’Assessore Saccardi, in sostanza, non mi ha convinto e continuerò a sostenere l’impraticabilità di questo disegno che, ritengo, porterà lontano i centri decisionali e ci relegherà ancora di più a zona di confine, a zona decentrata, con tutto ciò che questa accezione comporta anche in termini politici. Il Casentino, con questo accorpamento, rimarrà davvero “ai confini” di tutto”. Questo il commento a caldo del Sindaco Daniele Bernardini all’indomani dell’incontro interlocutorio tra l’Assessore alla sanità Saccardi e le conferenze dei sindaci socio-sanitarie dei distretti Casentino e Valtiberina le quali, nel nuovo progetto regionale, dovrebbero essere accorpati.

Bernardini non molla ed insiste: “I sindaci si sono espressi nuovamente in modo negativo, anche nel corso dell’incontro con l’Assessore Saccardi. Le motivazioni addotto dalla Regione non ci convincono. Come si può parlare di maggiore capacità organizzativa, più possibilità di accedere a finanziamenti quando le nostre realtà saranno sempre più lontane da chi decide, da chi pianifica? Non ci bastano queste rassicurazioni, vogliamo dimostrazioni concrete”.

I sindaci delle due vallate si incontreranno di nuovo tra loro prima della fine dell’estate, anche in preparazione di un nuovo incontro con la regione che ha annunciato, a conclusione dell’incontro, di rimandare qualsiasi decisione a settembre.

Beranrdini conclude dice: “Il Casentino rischia, con questa manovra, di perdere la possibilità di incidere davvero, e non solo formalmente, nelle decisioni future in ambito socio-sanitario. Siamo una vallata che presenta problematiche particolari che vanno affrontate con la vicinanza alla realtà di cui si tratta. Ogni altro modo rischia di diventare un intervento asettico che svilisce la natura stessa di ogni politica sanitaria che voglia davvero essere vicina ai cittadini. Mi auguro vivamente che la Regione possa rivedere tale decisione anche perché non si comprenderebbe la coerenza di annunci fatti di continuo sulle zone marginali e insieme questa sconfessione degli stessi. Il Casentino, come altre zone della Toscana devono essere considerate al centro, perché la montagna lo è di fatto e di diritto. Ogni progettualità tesa a smentire tutto questo, non ci interesserà mai”.


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