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Cultura giovedì 25 agosto 2016 ore 13:00

Cetica, i carbonai e la storia di un’amicizia

Delegazione del Casentino nel paese natale di Matteotti per il Gemellaggio del Carbone su iniziativa dell'Ecomuseo e della Pro Loco



CASTEL SAN NICCOLÒ — Alcuni giorni fa una delegazione di carbonai Casentinesi, su iniziativa dell’Ecomuneo del Casentino e della Pro Loco I Tre Confini di Cetica, hanno partecipato a Comasine (Tn) alla festa dal titolo “Batti il ferro finché è caldo”, una manifestazione promossa dal locale Ecomuseo che ha come filo conduttore le antiche miniere di ferro di Comasine, paese natale di Giacomo Matteotti e frazione del comune di Pejo in Val di Sole.

Il filo conduttore di questo “gemellaggio del carbone” è dato proprio dalla permanenza di ormai poche testimonianze a ricordo di una civiltà rurale e artigiana di un tempo che va scomparendo. 

“Come da noi in Casentino – dice Carlo Innocenti, uno dei carbonai di Cetica che hanno partecipato al gemellaggio – i carbonai sono ormai una razza in via di estinzione, a Comasine l’Ecomuseo cerca di mantenere quel che resta della realtà mineraria e della lavorazione del ferro”. E i carbonai naturalmente fornivano il combustibile per le forge, che per molti anni sono state la voce principale in entrata per l’economia locale. 

I minatori trentini erano stati a loro volta ospiti dei “gemelli” carbonai di Cetica a primavera. “Anche a Comasine abbiamo fatto la carbonaia, nella piazza principale del paese, proprio davanti a casa Matteotti. E poi ne ho fatta una piccola riproduzione in scala, che abbiamo lasciato a ricordo di questo nostro nuovo incontro” prosegue Innocenti. 

Filo conduttore della manifestazione, la volontà di recuperare ciò che ancora si può delle radici di un modo di vivere e di lavorare, “senza lasciare che tutto sia vissuto in ottica solo turistica ma mantenendo la cultura di un lavoro certamente duro, a volte inumano, ma su cui si basava una economia consentendo la crescita sostenibile di intere comunità”.


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