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Cultura lunedì 12 giugno 2017 ore 16:35

Campaldino, simbologia della nuova rotatoria

un momento dell'inaugurazione

Il sindaco Carlo Toni durante l'inaugurazione della nuova rotatoria: “728 anni dopo, un segno di pace e di condanna della violenza”



POPPI — La rotatoria di Campaldino a lato della colonna di Dante, è stata inaugurata domenica 11 giugno nel ricordo della battaglia avvenuta in quello stesso giorno nel 1289. Sul sito internet del Comune di Poppi il Sindaco Carlo Toni illustra le ragioni alla base delle scelte su come sistemare la rotonda stessa. “La rotatorie è arredata con strutture che ricordano la celebre battaglia ivi avvenuta”, scrive Toni. “In primis abbiamo cercato di contestualizzare l'evento con arredi che ricordassero che lì è avvenuta una cruenta battaglia tra Guelfi e Ghibellini e quindi, attraverso un percorso di recupero della memoria, abbiamo storicizzato il luogo per trasmettere un messaggio a tutti coloro che da lì transitano; ma l'obiettivo non è quello di celebrare una battaglia o le battaglie per ritenerle gli unici mezzi per ricomporre le controversie umane: è approfittare dei fatti accaduti per denunciare che le guerre sono solo fonte di morte, distruzione, dolore. Infatti, le sagome in ferro arrugginito rappresentanti sei guerrieri, sono il richiamo per la memoria nel ricordare che lì è avvenuta una battaglia, con le armi di allora, spade e pugnale infissi in una roccia proveniente dal torrente Archiano posizionata al centro della rotatoria circondata da rose rosse che simboleggiano il sangue versato con intorno le tre bandiere, una con lo stemma di Poppi, quella Guelfa (il giglio fiorentino) e quella dei Ghibellini (l'aquila imperiale)”. Particolare che le armi sono cimentate sulla roccia e non possono essere sfilate, per dire semplicemente che se rimangono lì, se l'uomo non le usa, il rosso delle rose non rappresenta più il sangue versato, ma la rosa che dei poeti è il fiore diventa un simbolo di pace, di Amore.

Ultima curiosità è rappresentata dal fatto che tra i sei guerrieri ce n’è uno seduto; la sagoma più piccola, ed è colui che, posata la spada, levatosi di testa l'elmo e ormai stanco di combattere, dice basta alle guerre. Quindi, 728 anni dopo Campaldino un segno di pace, ancora una condanna alla violenza che genera morte dolore distruzione. La Storia deve pur insegnare qualcosa a questa umanità. Si può e si deve vivere in pace. Sappiamo poi come è andata a finire la battaglia: chi ha vinto e chi ha perso; a noi però non preme celebrare una vittoria o una sconfitta ma ricordare che quando si sparge del sangue umano non ha vinto nessuno ed è una sconfitta di tutti ed è per questo che non dimenticare certi avvenimenti serve per costruire quel bene prezioso che è la pace fra i popoli, la fratellanza, la concordia, la solidarietà”. 

Toni conclude il suo intervento ringraziando “tutti coloro che mi hanno permesso di trasmettere questo messaggio di vita di speranza di amore, in modo particolare l’azienda Ceg Elettronica SpA che ha sostenuto l’intervento”. La stele in marmo che da un secolo commemora la stessa battaglia, e che oggi si trova ai lati della nuova rotatoria, oggi ha un altro monumento che la coadiuva nella trasmissione di un messaggio di memoria e di pace.


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