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Attualità venerdì 13 luglio 2018 ore 11:24

L'Unione e la fusione Ortignano Raggiolo-Bibbiena

Valentina Calbi
Valentina Calbi

Calbi: "C’è chi fa e chi chiacchiera, se le chiacchiere diventano mistificazioni occorre precisare, perché i cittadini sappiano come stanno le cose"



BIBBIENA — “C’è chi fa e chi chiacchiera, questo è risaputo. Ma se le chiacchiere diventano mistificazioni occorre precisare, perché i cittadini sappiano come stanno le cose”. Così il presidente dell’Unione dei Comuni Montano del Casentino Valentina Calbi interviene per ricordare come un documento a firma dei Sindaci dei Comuni Casentinesi che fanno parte dell’Unione, con l’eccezione di Ortignano Raggiolo, è stato acquisito dalla Commissione Affari Istituzionali della Regione Toscana come contributo al dibattito che si aprirà in Consiglio Regionale sulla proposta di referendum per la fusione dei Comuni di Bibbiena e Ortignano Raggiolo. 

Nel documento si fanno considerazioni sulle ripercussioni che la votazione potrebbe avere sul futuro dell’Unione dei Comuni. In pratica, “Una delegazione dei Sindaci è andata in Regione semplicemente perché è stata convocata”, precisa Calbi, sindaca di Chitignano. “E’ proprio il contrario rispetto a una Regione che non ascolta nemmeno l’Unione, come da qualche parte si è affermato chissà per quale motivo”.

Ma cosa contiene il documento presentato alla Commissione Affari Istituzionali della Regione da parte dei Sindaci del Casentino?

“Ci è sembrato utile chiedere alla Regione di prendere una posizione sul ruolo delle Unioni, volute proprio da Firenze come superamento delle “vecchie” Comunità Montane, per dare una gestione intercomunale più snella e meno costosa ai Comuni (non solo a quelli aderenti) su servizi e gestioni associate. Con la situazione attuale non è possibile pianificare e attuare un’azione di governo, ma solo vivere guardando alle esigenze del momento”.

Cosa propongono i Sindaci del Casentino? “Non vogliamo interferire nel procedimento che vede coinvolto Ortignano Raggiolo, né tantomeno dare valutazioni politiche. Ma è innegabile come questa eventuale fusione possa avere pesanti ripercussioni sul territorio: crediamo giusto che possano anche intervenire i sindaci dei Comuni del Casentino, in particolare quelli aderenti all’Unione. I comuni che rimarrebbero, in caso di esito positivo della fusione, hanno seri dubbi sulla sostenibilità futura della Unione dei Comuni e dei servizi erogati, sul futuro delle persone che ci lavorano, sulla funzione ventura dell’Ente e del suo ruolo in uno scenario frammentato come quello che potrebbe presentarsi. Lungi dal criticare le scelte dei singoli Comuni, vogliamo porre in evidenza la problematica complessiva del Casentino, perché siamo convinti che tutti i soggetti decisori debbano avere una visione completa delle conseguenze delle scelte sul quadro istituzionale, dove le Unioni dei Comuni restano un Ente da valorizzare”.


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